📆 Lun 10 Luglio 2023 – ore 20.45
📌 Giardino Scotto – Pisa
🎟 Biglietti bit.ly/TicketsPisaJazz2023
ℹ Info www.pisajazz.it
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Theon Cross – Bassotuba
Chelsea Carmichael – sax
Nikolas Ziarkas – chitarra
Patrick Boyle – batteria
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Il New York Times parla di lui come “un talento prodigioso”, il The Guardian esalta la sua “esuberante inventiva”, Pitchfork lo incorona addirittura come “figura chiave della vitale scena jazz londinese”: Theon Cross, classe 1993, è stato capace di costruirsi negli ultimi anni, anche grazie alla militanza con Shabaka Hutchings e i suoi Sons Of Kemet, fama e credibilità grazie al suo originale apporto artistico e alla sua versatilità musicale. Complice anche il suo strumento, il bassotuba, inconsueto nello scenario jazzistico contemporaneo; Cross, infatti, grazie al suo approccio allo strumento, riesce a espanderne le possibilità sonore e reinventarne completamente il ruolo, rendendolo elemento cruciale della scena jazz contemporanea. Nell’affollato panorama afrobeat britannico, il ventottenne Theon Cross si è costruito negli ultimi anni una credibilità come musicista versatile e originale nel suo apporto. Questo soprattutto grazie al suo strumento d’elezione, il bassotuba, inconsueto in ambito jazz almeno dai tempi del bebop, e al suo approccio meticcio che gli consente di miscelare all’ordinario lessico fiatistico influenze urbane, caraibiche, elettroniche.
Sebbene la sua notorietà sia dovuta soprattutto alla militanza alla corte di Shabaka Hutchings e dei suoi Sons Of Kemet, Cross si è fatto notare anche con Ezra Collective, Nubya Garcia, SEED Ensemble, Makaya McCraven, Moses Boyd, Ill Considered – artisti di primo piano nel ricco continuum che dal nu jazz si muove verso territori più ideologicamente connotati in senso black.
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Nduduzo Makhathini è l’astro nascente del pianismo sudafricano. Sulle orme di Abdullah Ibrahim, la sua musica è influenzata dalla cultura Zulu e dalle pratiche rituali, nonché da importanti pianisti jazz americani come McCoy Tyner e Don Pullen, ma soprattutto dalla musica di John Coltrane. Makhathini ha dichiarato di voler riflettere nella sua musica il modo in cui il suo popolo danzava, cantava e parlava. La sua visione originale del jazz lo ha portato ad esibirsi anche in collaborazione con altri artisti di diverse culture, come il brasiliano Hamilton de Holanda.
